giovedì 31 gennaio 2008

MINIMO INVENTARIO DI CLAUSURA


l'ambiguo sentiero della luce che ogni giorno meraviglia.
il fuoco rauco della febbre.
il greto asciutto del fiato,il focolare invincibile del respiro.
la sfiancante inutilità di qualsiasi appunto.
la mia vita nel cespuglio dei fantasmi.
la missione taciturna di una madre.
il mattino,un arcipelago di musica e latte.
lo stillicidio fiorito della vita dietro la finestra.
insetti dentro un barattolo.
il vagare spaesato dei lupi avvistati a Rivalta.
l'onda di pane di un corpo solo immaginato.
come tutto può diventare diabolicamente ripido.
l'entropismo,la volontà,la sete,la coazione a ripetere.
e questa matita incapace di smettere

(ascoltando EAQUARTETT,la musica di una nave senza timone,visioni nel ghiaccio)

(myspace.com/thegrimorchestra)

DERIVE RETORICHE

la nave affondò nello sterminato pomeriggio bianco caucasico,proprio quando il pendolo suonava l'ora del momento.
i marinai febbricitanti scorsero trappole di luce nell'aria accesa,e sentimenti di un panorama primitivo,dove l'uomo era scultura di là da venire,materia ancora inerte.
cercavano l'ultimo respiro lieve nello sguardo cinematicamente triste del cormorano,nell'orma effimera del delfino,illusione immobile di un momento fatto d'acqua.

l'abbraccio con lei oceano,inevitabile, e profondità marine dove la luce arriva ogni 10.000 anni.
pesci falena,piovre giganti,krill,balenottere forse.
tutta la fauna silenziosa che colpevolmente ignoriamo.

cosa resta dietro?
binari nella foresta,un cappello sgualcito,un'unghia di sapone,una parola fatta solamente di sale.
E' il pane dei pezzenti,la veste dei santi nel fango,la loro nobilissima,memorabile caduta.

sabato 19 gennaio 2008

EU ME LEMBRO

il sabato mattina in centro,come da anni,non ricordo nemmeno più quanti.Il solito percorso,lo stesso senso di quieta remissione,la stessa edicola.Lì davanti C,con cui ieri eravamo a cena per festeggiare i 45 del pappo e i 32 di alessandro.L'ho conosciuto più di 10 anni fa,C.La prima volta che l'ho visto era nascosto nel bagagliaio di una macchina davanti al Be Bop a rollare una canna.All'epoca ero un entusiasta,fumare mi dava pressione bassa e impressioni alte e mi piaceva un sacco.Parlammo di jazz,di Steve Coleman tutta la sera.

Steve Coleman me lo fece sentire per la prima volta il rosso,il disco "The tao of mad phat".
Una cassetta sulla sua uno grigia,e ricordo perfettamente un momento in cui la musica pare inciampare,rallentare per sbaglio per poi miracolosamente riprendere con identico,negro,geometrico furore.
Oppure quella volta che tornavamo da bologna,io il rosso e romano,e con la luce incredula del dopo temporale che inondava l'autostrada sentivamo a tutto volume "Three days" dei Jane's addiction.
Potrei andare avanti all'infinito,mi piace ricordare.

Eu me lembro vuol dire io mi ricordo in portoghese.

C ha 20 anni più di me ma aveva un'energia che allora sentivo molto fresca,e nacque un'amicizia che dura ancora.La seconda volta che lo incontrai fu credo proprio un sabato,in centro,e mi chiese se volevo fare un giro in montagna con lui.Sì,dico io,con piacere.Andammo al Cerreto,credo,e mentre passeggivamo dopo poco mi offrì con grande nonchalance un quartino di trip,che io accettai di buon grado,essendo al tempo un felice,incosciente entusiasta.Da allora le esperienze in montagna furono diverse,fino a quando andammo insieme ad altri due amici negli Usa nella Sierra Californiana e all'ottavo giorno di trekking mi bloccai per un colpo di frusta bastardo.Eravamo a due giorni di cammino dalla civiltà,Simone e Jim andarono ad avvertire i Rangers che sorvegliavano(complici le marmotte)i laghi e che non scoppiassero incendi.Loro col telefono satellitare chiamarono in valle e -oplà-a arrivò un elicottero a prendermi.Non fu niente male,se non altro ho qualcosa di insolito da raccontare.
Poi quella volta che andammo ai prati di Sara e c'era una cavalla gravida morta.Avevamo preso dei funghi,e quella scena mi fece molta impressione.
Solo dopo capì che era un presagio di una cosa che stava per accadere.

giovedì 17 gennaio 2008

DADA#2(old one)

Shangai di sguardi.

Bisogna continuamente ricominciare

dalla fine.

Oh,sì.


1959,Sun Ra, guerra fredda.

Sfingi capovolte.

La paura c'è.

Un grosso pacco avvolto in carta rossa.

Vince chi per primo trova

l'uscita.

Trucchi di radianza

Equilibrismo interiore.

La guancia destra della città.

Tu che ne sai?

mercoledì 16 gennaio 2008

ACCOVACCIATI,UN BUON MODO PER INIZIARE

"Accovacciati su ossa vecchie,escrementi e ferro arrugginito, in una bianca vampa di calore, un paesaggio pieno di idioti nudi si estende fino all'orizzonte.
Assoluto silenzio- i centri del discorso sono distrutti- con l'eccezione di un crepitio di scintille e dello scoppiettio di carne strinata mentre applicano elettrodi lungo tutta la spina dorsale.
Un fumo bianco di carne bruciata rimane sospeso nell'aria immota.
Un gruppo di bambini ha legato un idiota a un palo con del filo spinato, gli ha acceso un fuoco in mezzo alle gambe e rimane a guardare con bestiale curiosità mentre le fiamme gli leccano le cosce.La carne sussulta nel fuoco come un insetto agonizzante."

pag.36,pasto nudo,william burroughs

un pò di sana cattiveria.